Siamo felici di condividere con voi le toccanti testimonianze di medici, mamme e papà che abbiamo avuto l’onore di incontrare durante i nostri interventi.
“Ciao, mi chiamo Filippo e ho 3 anni e mezzo. Un anno e mezzo fa, durante l’estate, mi sentivo male e avevo la febbre; una dottoressa mi ha preso il sangue e mi ha detto che avevo una malattia per cui dovevo stare tanto tempo in ospedale.
Da quel giorno l’ospedale è diventato come la mia casa, papà o mamma stavano sempre con me, avevo un televisore per vedere i cartoni, i miei libri da farmi leggere, potevo disegnare e fare le costruzioni, ma non potevo uscire e soprattutto non potevo vedere altri bambini.
I dottori mi davano le medicine e mi facevano fare la terapia, a volte mi facevano un po’ male e soprattutto all’inizio avevo molta paura ed ero spaventato ogni volta che qualcuno entrava nella mia stanza, anche se quando venivano a trovarmi i Clown potevo giocare ed ero più felice perchè mi dimenticavo di stare male, poi sono finalmente potuto tornare a casa.
La mia cura, però, non era ancora finita, anche se stavo meglio non potevo ancora vedere altri bambini e soprattutto non potevo andare a scuola, perché le medicine che prendevo mi rendevano debole e rischiavo di prendere delle malattie come il raffreddore o la tosse che per me potevano diventare pericolose.
Le uniche persone che vedevo, oltre a mamma, papà e il mio fratellino, erano le infermiere e le dottoresse dell’ospedale e i Clown Dottori. Per fortuna nel mio ospedale c’è una sala giochi dove si può passare il tempo in attesa delle analisi o di fare la terapia.
Nella sala giochi incontro gli altri bambini che fanno la terapia come me, e vengono a giocare con noi i Clown Dottori. Si può dire che per tutto l’anno scorso i miei unici amici siano stati i Clown Dottori.
Arrivano piano piano nella sala giochi e fanno le bolle di sapone, salutano tutti e si mettono a giocare con i bambini. Fanno i giochi che piacciono a noi, sanno fare dei trucchi di magia, suonano l’armonica e hanno sempre delle valigie piene di animali finti e altre cose divertenti. Noi soffiamo la magia sulle loro mani e facciamo apparire palline e coniglietti,e possiamo soffiare via anche il dolore, che con la magia passa prima.
Qualche volta quando devo fare la puntura voglio che uno di loro mi accompagni nella stanza delle dottoresse, anche se non si potrebbe, così ho meno paura, anche se piango lo stesso, e poi loro fanno gli scherzi alle infermiere e io mi consolo in fretta. Sicuramente le medicine che mi danno stanno facendo passare la malattia, ma sono certo che i Clown Dottori mi stanno aiutando a guarire.
Quando ci sono loro il tempo passa più in fretta, perché ci divertiamo, e loro non si arrabbiano se gli diamo le botte in testa o se gli togliamo i cappellini, e poi gonfiano i palloncini e li fanno diventare di tutte le forme, anche a forma di tartaruga. Quando torno a casa posso portare il palloncino con me così posso continuare a divertirmi e quando torno in ospedale sono contento di rivedere i miei amici Clown.”
Filippo (con l’aiuto della mamma)
“Oggi la Dottoressa Anna ha fatto quattro punture nel giro di mezz’ora: a E., che ha 2 anni e mezzo, a mio figlio F., che ne ha 3, a M. che ne ha 7 e a C. che ne ha 14. Non erano però punture qualunque… la Dottoressa Anna dirige il reparto di pediatria ed ematologia dell’Ospedale San Camillo di Roma, dove cura i bambini malati di leucemia e di altre malattie del sangue. La leucemia e le altre malattie del sangue al giorno d’oggi sono curabili, a volte serve la chemioterapia, a volte è necessario ricorrere al trapianto di midollo osseo, sono malattie che a sentirle nominare fanno paura, ma la Dottoressa Anna le combatte, e per fortuna nella maggior parte dei casi è lei a vincere la battaglia.
Il processo di guarigione, però, è lungo, faticoso, spesso snervante. Le famiglie dei bambini passano giornate intere al Day Hospital dell’ospedale, arrivano la mattina presto per fare il prelievo di sangue, e poi aspettano per diverse ore. Verso mezzogiorno arrivano i risultati del prelievo e se i valori sono buoni si può somministrare la terapia, flebo, punture intramuscolari o sottocutanee, punture lombari. Oppure si fanno trasfusioni di sangue o piastrine. C’è qualcuno che dà un aiuto prezioso e svolge un ruolo importantissimo durante il processo di guarigione. Sono i Clown Dottori, straordinari ragazzi vestiti e truccati da clown, con su camici da dottore opportunamente dipinti, con nomi improbabili e fantasia da vendere, che si aggirano per il reparto e regalano sorrisi ai bambini, ai genitori, ai medici e alle infermiere, perfino alla Dottoressa Anna. Entrano in punta di piedi nelle stanze, si avvicinano con delicatezza e attenzione, ricordano i nomi e i colori preferiti di tutti i bambini. Portano con sé semplici giochi di magia e bolle di sapone, piegano nelle forme più strane lunghi palloncini colorati, hanno marionette e animaletti di ogni tipo da far nutrire, curare, combattere o dormire a seconda dell’umore dei piccoli pazienti. Conoscono i nomi delle Winx e il potere di Gormiti e Pokemon e sopportano botte di ogni tipo, i Clown Dottori, calci, pugni, manate, perché sanno che i bambini ospedalizzati a lungo hanno bisogno di scaricare rabbia ed energia, e loro li aiutano anche in questo. Hanno sempre una parola carina anche per i genitori, scherzano e ridono con loro assecondando i loro gusti e le loro battute, stanno allo scherzo anche se qualche volta diventa un po’ pesante, non si offendono mai. Conoscono saluti e parolacce in arabo, libico, rumeno, albanese, perché l’ospedale San Camillo di Roma accoglie anche bambini malati che vengono da lontano, che piombano in Italia spaventati e soli, con genitori ancor più spaventati e soli di loro. Allora i Clown, ammiccando, dicono loro sconcezze nella loro lingua, sussurrano bonarie prese in giro alle infermiere, si appellano tra loro mare burta (sedere grosso) o Kemba erë të keq (piede puzzolente) ed ecco che i piccoli spaesati percepiscono complicità, e spuntano i sorrisi. I Clown Dottori non fanno mai domande, né ai bambini né ai genitori, non conoscono i dettagli delle malattie e delle terapie dei piccoli pazienti, non chiedono se la guarigione è prossima o quanto ci vorrà ancora, ma hanno una sensibilità e un’attenzione particolare per tutti, colgono al volo occhiate, stati d’animo, sospiri, e soffrono o gioiscono con le mamme e i papà, facendosi parte della loro vita, diventando un vero punto di riferimento al pari dei medici e degli infermieri. La Clownterapia e la chemioterapia sono due facce della stessa medaglia, si completano a vicenda e una non sarebbe completamente efficace senza l’altra, perché curare il corpo è più facile quando lo spirito è allegro e il morale è alto, e così come la depressione favorisce l’insorgenza di malattie, il buonumore e la serenità ne favoriscono la guarigione. Non è quindi esagerato dire che la Dottoressa Anna e i Clown Dottori salvano delle vite.”
Anna
“Immaginate un bosco buio, fitto, dal quale non si vede via d’uscita .
Immaginate di esserci dentro con mamma, papà, i nonni, ogni tanto qualche amico che arriva e va via. Immaginate persone gentili, premurose che però…non si sa perché…ti fanno male! Da quel male sembra non poterti proteggere nessuno!! Ad un certo punto arrivano loro… sono belli…colorati… sorridono, scherzano, giocano, non ti pungono, non t’ingannano, non ti deludono… ecco cosa sono i Clown Dottori… momenti di gioia e spensieratezza in giornate di sofferenza… in una parola sono “speranza”.
Credo che il loro lavoro sia prezioso, è come aprire una finestra in una stanza buia e polverosa.
Ricordo tutti i sorrisi, gli sguardi, l’attesa di tutti i bambini che hanno incontrato.”
Dottoressa Gisa – Pediatra presso il reparto di Pediatria dell’Ospedale San Camillo- Forlanini, Roma
“Sono molto deluso dai Clown Dottori, perchè in tutti questi anni le femmine non sono mai venute in guepière, e i maschi si vestono peggio delle mie zie…
nonostante questo sono forti, troppo simpatici, bellissimi, fondamentali per questi bambini ma non solo per loro: io penso che siano l’elemento che solleva il reparto ed evita il burn-out degli operatori. A me piacciono tanto!”
Dott. Parenti – Pediatra presso il reparto di Pediatria dell’Ospedale San Camillo- Forlanini, Roma